UNA TREGUA IN UN SECONDO - IL PEPOSO DEL BRUNELLESCHI



Ci siamo.
Con i temporali della scorsa settimana, sono ritornate - seppur temporaneamente - le dormite profonde per tutta la notte, la piacevolissima sensazione di freschezza dopo una doccia senza ricominciare a sudare non appena asciutti; sono tornate persino alcune imprecazioni pesanti per l'acqua entrata da una finestra lasciata sbadatamente aperta durante un temporale.
Ma soprattutto è tornata la voglia di preparare quel secondo piatto toscano di cui avevo accennato qui.
Si tratta del famoso Peposo del Brunelleschi.
Piatto storico che deve il suo nome alla leggenda secondo cui il Brunelleschi, durante i lavori per la costruzione della cupola del Duomo di Firenze, impose agli operai di pranzare sulle impalcature del cantiere (senza quindi più perdite di tempo dovute dal continuo sali e scendi), facendo portare loro vino e questo piatto povero, chiamato "Peposo".
A sua volta, il Brunelleschi, era venuto a conoscenza di questo piatto che vede le sue ancora più antiche origini a Greve e all'Impruneta, dove si trovavano le fabbriche di mattoni.
Un taglio povero di carne di manzo - come il muscolo - spesso non più freschissimo, che veniva cosparso con abbondante pepe (per aiutare a coprirne il sapore poco gradevole), e che poi veniva cotto lentamente nei forni, insieme alle tegole del cotto fiorentino.
Per questo motivo, il Peposo del Brunelleschi è anche conosciuto con il nome di "Peposo dell'Impruneta".
Per quanto mi riguarda, io continuerò ad affibbiargli il collegamento con il Brunelleschi.
In primis, perchè ogni volta che capito a Firenze, rimarrei per ore col naso all'insù, a fissare la bellezza e la maestosità del Duomo e della sua cupola.
Omaggiare il Brunelleschi è quindi per me doveroso.
E poi, perchè anche alla Locanda del Borgo, dove abbiamo pranzato e cenato con piacere per l'ennesima volta durante il nostro ultimo soggiorno toscano, viene chiamato così. 
La ricetta infatti mi è stata data proprio dalla cuoca della locanda.
L'unica differenza - che fà indubbiamente la differenza - è che lei lo cucina nel forno a legna.
Io invece, va bene che i temporali hanno concesso un po' di tregua dal caldo, ma di accendere il mio , di forno a legna, proprio non me la sono sentita.
Fidatevi però che merita lo stesso!




PEPOSO DEL BRUNELLESCHI

INGREDIENTI
  • 900 gr di muscolo di manzo
  • 600 ml di vino Chianti
  • 3 foglie di alloro
  • 3 rametti di rosmarino
  • 5 spicchi d'aglio in camicia
  • 1 cucchiaio di pepe nero in grani
  • 1 cucchiaio raso di pepe nero macinato
  • 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
  • 2 bei pizzichi di sale
PROCEDIMENTO:
In una teglia, se possibile di coccio, mettere la carne precedentemente cosparsa bene di pepe nero macinato e sale.
Unire tutti gli altri ingredienti.
Quindi ricoprire con il Chianti.
Coprire la teglia con un foglio di alluminio e fare diversi buchi in superficie, con la punta di un coltello.
Infornare a 160° per 3 ore e mezza.
Ora dimenticatevelo!
Su indicazione della cuoca del ristorante, non va MAI toccato, altrimenti si spappola.
Trascorso il tempo necessario sfornare.
Se il liquido non si è ancora ristretto abbastanza, prelevarlo e metterlo in un pentolino dal fondo spesso.
Prenderne subito qualche cucchiaio e metterlo in un'altra ciotola.
Unire 2 cucchiaini di maizena e con una piccola frusta stemperare per evitare la formazione di grumi.
Versare nel liquido restante, che ormai avrà raggiunto il bollore, continuare a mescolare sino ad addensare nella maniera desiderata.
Unire al Peposo, rimestare delicatamente, e servire caldo.



Questo secondo piatto della cucina Toscana è un concentrato di sapore nella sua semplicità e vi lascerà estasiati.
I palati delicati però sono avvisati...è Peposo di nome e di fatto!

Vi saluto con alcune foto della splendida Toscana, scattate lo scorso mese durante la mia brevissima permanenza...


Ecco alcuni scorci della Locanda Del Borgo,  ristorante di cucina tipica toscana, e del Borgo di Mariano, tipico borgo contadino toscano.
Entrambi fanno parte della Tenuta Decimo a Castel San Gimignano (andate a dare un'occhiatina sul sito e capirete perchè amo tanto quel posto).







La bella e turistica San Gimignano, invasa  dalle orde di visitatori per tutto l'anno.
Riesci ad assaporarne il sapore più vero e incontaminato di prima mattina o verso sera, quando i turisti tornano alle loro dimore.









La piccola e caratteristica Certaldo Alta, borgo medioevale che non avevo ancora avuto modo di visitare e che mi ha piacevolmente colpita.










Per finire, anche se non è stata tra le mie mete di quest'ultima vacanza toscana, la cupola del Brunelleschi...che, se non fosse stato per lei, forse questo piatto non sarebbe nemmeno diventato così conosciuto.



Selena



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